Acclimatamento e mal di montagna: studio rivela risultati sorprendenti con il Wim Hof Method
Il 28 gennaio 2014 un gruppo di 26 persone ha raggiunto la vetta del Monte Kilimanjaro (5895 m) in meno di 48 ore: si tratta di un traguardo che di solito richiede da 4 a 7 giorni.
Ma la cosa davvero sorprendente non è solo la velocità: i partecipanti non erano alpinisti esperti, venivano da zone a bassa quota e alcuni di loro avevano malattie croniche come sclerosi multipla, artrite reumatoide e persino cancro metastatico.
Tutto questo è avvenuto senza farmaci, senza acclimatamento tradizionale e senza ossigeno supplementare. L’unica preparazione seguita è stata quella del Metodo Wim Hof, che combina respirazione controllata, esposizione al freddo e allenamento mentale.
Secondo le stime ufficiali (basate su dati militari), tra il 60% e il 75% di loro avrebbe dovuto soffrire di Mal di Montagna Acuto (AMS). E invece è successo l’opposto.
La respirazione Wim Hof
Durante la salita, il gruppo ha praticato ogni giorno una respirazione specifica:
Inalazioni profonde e ritmate.
Espirazioni lente e controllate.
Ritenzione del respiro dopo ogni ciclo.
Le sessioni duravano circa 30 minuti e venivano fatte ogni giorno e durante i momenti più faticosi. Per monitorare lo stato di salute, usavano un sistema chiamato Lake Louise Score, utilizzato per valutare i sintomi del mal di montagna.
Questa respirazione ha aiutato a:
Mantenere alta la saturazione di ossigeno nel sangue.
Generare calore interno.
Restare lucidi e concentrati, anche in condizioni estreme.
I risultati
Il 92% del gruppo ha raggiunto la vetta.
11 persone hanno scalato in pantaloncini e a torso nudo.
Nessun caso grave di mal di montagna.
Il punteggio medio dei sintomi è rimasto sotto la soglia di rischio.
I pochi casi moderati si sono risolti dopo una sola sessione di respirazione.
Due persone si sono fermate per stanchezza, senza sintomi gravi.
Solo un caso sospetto di edema polmonare è stato gestito con discesa e farmaco (nifedipina 30 mg).
Tutto questo senza farmaci preventivi, senza ossigeno, senza assistenza medica speciale.
Cosa ci insegna questa esperienza?
Questa spedizione dimostra che, se applicato con serietà, il Metodo Wim Hof può essere una strategia efficace per adattarsi rapidamente all’alta quota. I tre elementi fondamentali sono:
Controllo mentale e fiducia nel proprio corpo.
Respirazione profonda e guidata, che aiuta a gestire la mancanza di ossigeno e a mantenere l’energia.
Produzione interna di calore, utile per affrontare anche il freddo estremo.
Questi risultati aprono nuove possibilità per:
Alpinismo rapido.
Missioni di soccorso in alta quota.
Operazioni in ambienti estremi.
Naturalmente, servono ulteriori ricerche scientifiche per confermare questi effetti e comprendere meglio come e perché funzionano.
BIBLIOGRAFIA E FONTI
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